Il pizzaiolo titolare della Pizzeria Lucignolo di San Gavino si racconta con il nostro Fabrizio Serra.
La pizza e’ un’arte, e il maestro Luca Lampis lo sa bene, soprattutto se si tratta di coniugare tradizione e innovazione. Quarantadue anni, di Arbus, parteciperà al campionato del mondo il 9 aprile prossimo che si svolgerà a Parma.
Con quale spirito parteciperai al mondiale?
“Ovviamente con aspettative importanti. In competizioni del genere, di tale importanza, o si va per vincere oppure meglio restare a casa. D’altronde è la terza volta che partecipo al campionato intercontinentale”
Quali sono state le pizze che hai presentato alla giuria gli altri anni, e quale porterai in questa edizione 2018?
“La Pizza di questa edizione la sto ancora pensando, ma credo proprio che rispecchierà il mio stile. A me piace sperimentare, inserire nella stessa pizza il dolce e il salato, e rischiare in alcuni abbinamenti. La mia pizza spazia molto, soprattutto nei sapori esotici, complice il fatto che ho lavorato tantissimo all’estero”.
Possiamo fare qualche Esempio?
“Posso citare la pizza che si ispira alla cucina indiana, abbinando il curry con la frutta esotica. L’altro giorno ho preparato un impasto con la Farina di curcuma. Per la verità io ogni giorno preparo tre o quattro tipologie di impasti al giorno. Faccio una Proposta di mare e una di terra tutti i giorni. Ho preparato una pizza con il pesce spada sfogliato, marinato con senape e finocchietto, e con i semi di sesamo. Un’altra sempre con pesce spada fresco, Fatto marinare, e laccato con senape e pistacchi”.
Una pizza, insomma, ben lontana dalla tradizione con pomodoro e mozzarella…
“A me piacciono le spezie: adoro mettere nella pizza ad esempio la cannella, il cioccolato, do’ molto spazio a sapori e abbinamenti particolari. Insomma: combinazioni che diano nuova vita alla pizza. Voglio che chi venga a mangiare la pizza da me (la pizzeria si chiama “Lucignolo” e si trova a San Gavino Monreale, ndr) si trovi davanti a qualche che mai ha mangiato nella sua vita, qualcosa di particolare. E voglio che sia questo che mi distingua dagli altri”.
Ora parti a Parma, con quali riflessioni?
“Andare ai mondiali e’ sempre una tappa importante nella vita professionale. In questa edizione mi sono scritto alla categoria “classica”, mentre l’anno scorso ero nella categoria “pizza-due”, che significa il pizzaiolo e colui che la condisce. La prima categoria in questa edizione e’ la più ambita, e dunque ci sarà da gareggiare”.
Quanti sono i partecipanti ?
“Saremo Più di 650 pizzaioli, e arrivano Da tutto il mondo: dagli Stati Uniti all’Australia. Ma nonostante la pizza sia storicamente nata in Italia non esiste una nazione più forte delle altre. Trovare bravi pizzaioli oggi è relativamente facile: li trovi anche in Asia, in Inghilterra, e niente di strano che il loro segreto sia il lavoro delle farine e lo studio è la ricerca continua. Oggi si è tutto evoluto, e anche sul modo di trattare le farine ci si applica a livello Mondiale, e non si fa differenza che Italia oppure estero. Le farine e la la qualità del prodotto che fa la differenza”.
Quanto e’ importante, in occasioni del genere, proporre la materia prima sarda e magari km zero? Serve a valorizzare la produzione locale?
“Io Lavoro sul fresco , cioè dove la materia prima vive. E’ Inutile che proponga un prodotto che ti vincola tutto l’anno. Faccio un piccolo esempio: l’Asparago si lavora ora, mica ad agosto, e non esiste che lo si proponga in periodi della stagione assurdi. Per me il Prodotto di qualità deve essere servito nella sua stagione, così ha il suo gusto migliore. Importantissimo servire sempre Prodotti freschi, magari a km zero e soprattutto sardi, ma per renderli al meglio devono essere valorizzati dalla bravura del pizzaiolo che si metta a distinzione del gusto del cliente. La mia esperienza in questo senso mi ha aiutato molto fino ad oggi, dato che sono appassionato di cucina e ho unito i sapori al mestiere di pizzaiolo”. Con straordinari risultati, aggiungiamo noi.